
Il 2099 è l’anno in cui si è svolto il Doom Fight, uno storico evento di lotta mascherata durante il quale l’energia sprigionata dai lottatori ha dato vita all’Omnilith, uno strano fenomeno sotto forma di un’enorme sfera di energia che si ricarica costantemente durante i combattimenti. Grazie a esso l’umanità ha avuto la meglio sul riscaldamento globale, e la lotta mascherata è diventata uno degli eventi più importanti da seguire. Anni dopo, Doc Vampire, misterioso lottatore di cui nessuno conosce l’identità, è all’apice della popolarità, quando una serie di intrighi rischiano di compromettere la sua carriera, e nel frattempo qualcuno sta anche cercando di ucciderlo. Accompagnato da un gruppo di lottatori, tra cui spiccano il massiccio Heartboss e l’agile Bebop, Doc Vampire dovrà indagare sul complotto che si cela dietro queste aggressioni e fare luce sulla reale natura dell’Omnilith.

Chi si è fatto un giretto nel mio sito dovrebbe sapere che io, per filosofia redazionale, tendo a non accettare le richieste di recensione da parte di autori ed editori, e di solito la mia risposta standard è che se proprio vi volete proporre, lo farete a vostre spese e senza alcuna garanzia (“merito” dei miei rigidi standard). Mi piace pensare che Eris Edizioni lo sapesse benissimo quando ha deciso di inviarmi l’ultimo lavoro di Lorenzo Mò, non a caso questo autore l’avevo già recensito ai tempi di Dogmadrone, (inaugurando le recensioni di fumetti nel mio blog) e sapevo chi avevo tra le mani quando ho ricevuto la proposta, quindi mi sono lanciato senza esitazioni nella lettura di Omnilith.
Per cominciare, facciamo un distinguo tra questa e la precedente graphic novel di Lorenzo: Omnilith non è Dogmadrone, e non intendo soltanto nei contenuti, molto più adulti e pregni di splatter, ma anche per lo stile di disegno, che pur riprendendo il tratto distintivo del fumettista, si caratterizza per una veste molto meno cartoonesca e più vicina a un’estetica da anime anni 70 (a me ha ricordato L’Uomo Tigre, anche se non ci sono riferimenti diretti, maschere a parte). Il tono da fumetto per “grandi” lo si evince anche dai temi trattati: una distopia caratterizzata dal degrado urbano, dalla violenza dilagante e dal potere in mano alle grandi lobby, che in questo particolare contesto hanno debellato il climate change e salvato di fatto l’umanità dall’estinzione. È quindi una sorta di distopia di stampo ecologista, un qualcosa che non mi era mai capitato di leggere.

Una cosa che invece è tale e quale a Dogmadrone è la creatività di Lorenzo Mò nel character design. I personaggi, lo vedete anche voi, sono riconoscibili e hanno tutto il potenziale per essere delle icone, permanere nei ricordi dei lettori per giorni o forse anche di più. Merito anche dei tratti psicologici che emergono dai balloon e che si adattano bene ai “volti” delle maschere. Direi che per dei lottatori mascherati questo è il minimo che ci si aspetterebbe.
Ma Omnilith parla di lotte sul ring solo in piccola parte, e presto i toni da fumetto pulp si manifestano prepotentemente, dirottando la trama verso investigazioni, fughe per vicoli bui, scontri sanguinolenti, tradimenti e colpi di scena. Diversi colpi di scena in realtà, e alcuni davvero efficaci come quello del finale, che non vi spoilererò qui, ma che garantisco vi spiazzerà.
È un fumetto veloce, che non ti dà il tempo di riprendere fiato e che si conclude prima ancora che tu ti accorga di essere all’atto finale. E se da una parte questo è un pregio, indice che la storia sa come intrattenere senza momenti di noia, d’altra parte è anche il suo difetto principale, e la ragione del perché il mio giudizio è tiepido nonostante il potenziale enorme. C’è il desiderio di voler sapere di più: sui personaggi, sull’ambientazione, sul mistero legato all’Omnilith stesso (quel poco che ci viene detto è pure interessante, ma troppo poco per schiarirci le idee). Sono del parere che la storia avrebbe giovato di un migliore approfondimento psicologico dei personaggi, ma Lorenzo si limita a mostrarci solo la superficie, senza spingersi oltre a una discreta caratterizzazione di base. Al protagonista, Doc Vampire, vengono concessi alcuni flashback che mostrano i suoi trascorsi, ma rimane troppo poco per convincerci di conoscerlo davvero.
Parlando invece del fumetto in sé, la struttura è quella delle classiche sei vignette, incolonnate e allineate, senza guizzi anticonvenzionali e “americanate” varie ed eventuali (salvo qualche splash page), in compenso le scene sono sempre molto chiare e non lasciano dubbi su quello che accade in scena.

Il finale, che non vi anticipo (e no, non è quello della pagina qui sopra), è di un cinismo spiazzante, ma si capisce quali fossero le intenzioni dell’autore: se si guarda allo sviluppo del protagonista, segue un suo percorso e la teoria dell’arco narrativo è rispettata.
A detta dello stesso Lorenzo, Omnilith è un esperimento, e come ogni esperimento ha la sua quota di innovazione e di difetti. Il tema ecologico, unito alle dinamiche da pulp/noir, in un contesto scifi/weird sono un mix interessante. Ma la poca stratificazione del world building e delle entità che ci vivono e ci combattono avrebbe giovato di qualche pagina in più e di un ritmo più placato.
LINK AL LIBRO: Omnilith
IDEE: Originale l’idea di Omnilith e molto carino il design dei personaggi, come anche la fusione del tema della lotta mascherata con quello della distopia e dell’ecologismo. Peccato che il tutto risulti poco approfondito.

STILE: Semplice, senza virtuosismi eccessivi, ma chiaro nella narrazione e nella massa in scena.

INTRECCIO: Tutto funziona a dovere e il finale regala forti sorprese. Qualcuno potrebbe non apprezzarlo, ma segue le regole giuste. Devo ripetermi, la sceneggiatura è troppo veloce.

VOTO SOGGETTIVO: Non l’ho proprio mandata giù ‘sta cosa della velocità. Avrei voluto saperne di più, conoscere meglio questo world world building. Ma stavolta è andata così, non posso farci niente.

Mi hai incuriosito. Mi dispiace un pò che tutto sia realizzato così velocemente ma appena ne avrò l’occasione lo leggerò di certo.
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