RECENSIONE: Il Lupo e la Chimera

Inghilterra, in un futuro non troppo lontano l’ingegneria genetica darà vita alle chimere: ibridi uomo-animale dotati di capacità peculiari e perfettamente integrati nella società. O almeno, questo è quello che vorrebbe Prisca, metà San Bernardo con le orecchie e la coda da cane, metà ragazza umana. Lei vorrebbe godersi la gioventù, avere del tempo da dedicare a sé stessa, magari uscire con Michael, il ragazzo che le piace e che sembra ricambiare il suo interesse. Non sono dello stesso avviso i genitori di lei, che vorrebbero solo che Prisca lavori tutto il giorno nella rinomata caffetteria di famiglia, dove il suo olfatto canino è indispensabile per mantenere alti gli standard del locale. Le cose prenderanno una piega imprevista quando uno strano lupo verrà avvistato in città: si tratta di un ragazzo, una chimera mutaforma in fuga dall’organizzazione che lo ha creato e che ora gli sta dando la caccia. L’incontro di Prisca con il lupo stravolgerà la sua vita per sempre, costringendola ad agire in prima persona per fermare le oscure trame dell’organizzazione…

Con la recensione di oggi ho finalmente l’occasione di portarvi qualcosa di Delos Digital, uno degli editori più importanti per quanto concerne la fantascienza italiana su ebook, nonché della rivista Robot, che a sua volta pubblica i racconti di diversi autori nostrani. Vi consiglio di darle un’occhiata, soprattutto se siete appassionati del genere.

Tornando a noi, Il Lupo e la Chimera è il romanzo d’esordio di Stefano Moretto, autore che ho il piacere di conoscere di persona, in quanto veniamo entrambi dalla stessa scuola di scrittura, e vederlo pubblicare con Delos è una soddisfazione che ripaga di tanti anni d’impegno e sacrifici.

Siamo dalle parti del 2125, in un futuro in cui non è strano che la persona che ti siede accanto in autobus sia qualcuno con i tratti anatomici di un animale. Le chimere sono una realtà da diverse generazioni, questo però non impedisce agli “umani” di guardarle dall’alto in basso, cimentandosi in commenti poco lusinghieri sulla loro natura ibrida. Prisca, la nostra protagonista, questo lo sa bene, dato che la sua metà San Bernardo le impedisce di vivere in serenità l’inizio del nuovo anno scolastico.

La tematica razziale in questo libro funge da elemento cardine per la trama, calandoci in un contesto che non faticheremo a riconoscere come attuale, ma Il Lupo e la Chimera è anche e soprattutto uno Young Adult, un genere indirizzato a un target di lettori più giovani, e in quanto tale non si fa mancare triangoli amorosi e difficoltà tipiche di quegli anni: insegnanti che ti perseguitano, bulli che ti prendono di mira, genitori che non ti danno mai retta.

Stefano rispetta questi topos narrativi pedissequamente, anche troppo per i miei gusti, e durante la lettura, la mia prima difficoltà era stata proprio quella di decidere se considerarli un pregio (in quanto aderenti al target) o un problema da attribuire alla poca esperienza dell’autore.

Il lavoro di worldbuilding è un altro difetto su cui purtroppo non riesco a chiudere un occhio: siamo in Inghilterra, e benché il contesto futuristico sia reso bene grazie all’inserimento di alcuni elementi fantascientifici (droni che volano per la città, ologrammi, monitor ultramoderni nelle aule di scuola), l’impressione che si ha leggendo è quella di un’Italia del domani, ancora più marcata se consideriamo che la scuola di Prisca (in cui è narrata buona parte della storia) è descritta come un tipico istituto superiore nostrano.

Dettagli come questi sono solo apparentemente marginali, ma in realtà influiscono negativamente sul senso d’immersione nella storia, e la domanda che viene da porsi è: non sarebbe stato meglio ambientare il tutto qui da noi?

Però Il Lupo e la Chimera ha anche dei pregi (o non staremo qui a parlarne) e uno dei più importanti è quello di essere scritto molto bene. Il Mostrato con cui vi assillo in tutte le recensioni è gestito in maniera ottimale, e se si escludono alcuni typo che potranno essere aggiustati in una riedizione del libro, il testo fila via che è un piacere, anche grazie all’attenzione per le caratterizzazioni dei personaggi, tutti diversi e facilmente riconoscibili durante i numerosi dialoghi.

Prisca è un po’ troppo immatura, ma questo fa parte della sua crescita personale, e se da una parte alcuni lettori potrebbero trovarla insopportabile, altri non potranno fare a meno di riconoscersi in lei e nel suo arco di trasformazione.

Un romanzo che nelle mani di un autore più navigato forse avrebbe potuto offrire di più per quanto riguarda il contenuto, ma che non avrebbe brillato sul fronte stilistico. Considerato il finale aperto e i presupposti per una continuazione, il mio consiglio è quello di approfondire il worldbuilding e, poste le fondamenta in questo primo libro, assicurarsi che il sequel risulti meno derivativo da altre storie e più attento sui piccoli dettagli che, in definitiva rendono il contesto più “autentico”.

LINK AL LIBRO: Il Lupo e la Chimera


IDEE: L’idea di un mondo popolato da chimere è interessante e si presta a molte soluzioni narrative. Purtroppo la trama è poco ispirata e derivativa.

STILE: Un Mostrato gestito molto bene, pur con qualche typo facilmente risolvibile. Alcuni perdonabili momenti d’infodumping, che però non impattano gravemente sul testo.

INTRECCIO: Trama e risvolti narrativi abbastanza prevedibili, ma l’arco di trasformazione di Prisca è gestito correttamente e trasmette una piacevole sensazione di “compiuto”.

VOTO PERSONALE: Mi aspettavo di più, ma considerato che siamo dinanzi a un esordio, l’autore ha ancora ampio margine di miglioramento.

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