IL CODICE DEL PIRATA SCRITTORE #13 – “Attento ai verbi di percezione”

Nello scorso codice ti ho spiegato l’utilità dei cinque sensi per variare le descrizioni e accrescere l’immersione nel Punto di Vista (PDV). Oggi invece parleremo del perché non andrebbero usati i verbi di percezione.
Innanzitutto, cosa sono i verbi di percezione? Molto semplicemente, sono tutti quei verbi che richiamano un’azione compiuta dai nostri organi di senso, come, “vedere”, “sentire”, “assaggiare”, e i loro sinonimi, come, “osservare”, “ascoltare”, “gustare”, ecc.

La regola vuole che le azioni compiute dal PDV debbano comunicare nel modo più veloce ed efficace l’impressione provata dal personaggio, limitando il più possibile l’utilizzo di parole superflue che a lungo andare annacquino il testo. I verbi di percezione, in tal senso, producono entrambi gli errori.

Se il PDV “sente” una melodia, invece di descriverne la tonalità, nega al lettore la possibilità di “sentirla” a sua volta. Lo stesso si dica del “guardare” qualcosa invece del descrivere con precisione la scena di fronte ai propri occhi. Di esempi se ne potrebbero trovare a mille e ti basterebbe leggere un libro poco propenso al MOSTRARE per renderti della cosa.

Invece, quando l’autore è competente e conosce la regola dello show, don’t tell, il rischio è che i verbi di percezione risultino superflui. “Il camionista entra nel bagno della stazione, sente la puzza pestilenziale proveniente dal gabinetto e si copre il naso con la mano”. Se stiamo già descrivendo la scena, è ovvio che la descrizione proviene dal senso che abbiamo deciso di utilizzare per ricreare il contesto.

In casi come questo, indicare l’azione in sé è superfluo: “Il camionista entra nel bagno della stazione, la puzza dal gabinetto è pestilenziale. Si copre il naso con la mano”.
Ma questa regola non è assoluta. Ci sono esempi di situazioni in cui l’utilizzo dei verbi di percezione è tollerato o addirittura necessario.

Se un particolare verbo è molto specifico e aiuta a comunicare meglio la scena, allora è utilizzabile:
“Mi palpo il braccio” è diverso da “Mi tocco il braccio”, e “Fisso il mio interlocutore” comunica un’azione diversa da “lancio un’occhiata di sfuggita ai passanti”. In questi casi, piuttosto, il rischio è di rendere poco dettagliata la scena.

I verbi di percezione sono necessari quando sono riferiti ad azioni compiute da personaggi al di fuori del PDV. Non possiamo leggere nelle menti altrui (a meno che non sia previsto dalla storia), quindi ci possiamo basare solo sulle azioni che vengono mostrate dall’esterno. Si può intuire che un personaggio stia annusando qualcosa, o sia concentrato nell’ascolto di una melodia, o indaffarato nella lettura di un testo. Possiamo descrivere l’azione che compie, ma non la sua esperienza interiore.

Quindi ragiona attentamente su quali dettagli usare, fonditi con il PDV e rifletti a quali sensazioni potresti avere accesso, quindi trasponile nella scena. Non usare i verbi di percezione solo perché lo hai visto fare ad altri e ti sei abituato così, questi sono spesso una soluzione pigra che chiude la porta a soluzioni narrative più efficaci.

© Riproduzione riservata

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