
Quando scrivi tieni sempre a mente il contesto di ciò che stai raccontando.
Non ha alcun senso studiare le regole della narrativa se non si è capaci di distinguere le circostanze in cui un principio va applicato. Alcune regole, che di solito sono considerate sbagliate, possono valere in certe scene, e d’altra parte ci sono situazioni in cui rispettare le regole ciecamente può voler dire cestinare intere pagine di testo. Vuoi qualche esempio?
La regola vuole che il narratore non debba mai interferire con le sue opinioni, e per creare una scena immersiva tutto dovrebbe essere veicolato tramite la percezione del Punto di Vista, ma se il narratore è lo stesso PDV (il tipico CONTESTO della Prima Persona), è possibile nascondere commenti e opinioni del narratore sotto forma di pensieri del personaggio.
Altro esempio è che il nostro PDV si trovi tra le mani una lettera e (se la trama lo richiede) decida di leggerla. In quel frangente noi, come lettori, saremo teoricamente sbalzati fuori dal suo flusso sensoriale, cosa che in qualunque altra circostanza sarebbe un errore. Ma qui, in questo CONTESTO, il PDV sta solo leggendo il contenuto di una lettera. Nessuna regola è stata violata.
Parlando del contenuto, e più precisamente dei dettagli della scena, non tutto può essere trascritto solo perché “così è realistico”. Bisogna guardare all’utilità della descrizione (quei dettagli sono utili ai fini della trama?) e anche al target di lettori a cui vuoi rivolgerti (i contenuti sono appropriati per questa storia?) Altri due esempi:
Se il PDV sta percorrendo un molo, e nel percorrerlo sta descrivendo per filo e per segno ogni singola attività dei marinai, il loro linguaggio colorito, la puzza di pesce marcio; se quel molo non sarà più richiamato nel prosieguo della storia e se da quel girovagare il PDV non ha imparato nulla; insomma, se questi dettagli non hanno nulla a che vedere col CONTESTO della trama, perché soffermarsi?
E se invece la tua storia è un romanzo d’avventura per ragazzi, e nel bel mezzo di una battaglia navale contro un gigantesco Kraken, un membro della ciurma venisse agguantato da un tentacolo e strizzato fino a fargli uscire sangue e organi da ogni orifizio, nella tradizione dei migliori splatter-horror anni 80? Beh… chiediti se il CONTESTO è adatto per quei contenuti.
Lo stesso background dell’autore, ossia i suoi trascorsi, il suo carattere, le sue esperienze, i suoi traumi possono influenzare la storia e per questo vanno considerati come un CONTESTO a sé. Se veniamo da una formazione classica e a noi parlare con un linguaggio forbito viene naturale, possiamo imbastire un CONTESTO in cui giustificare tale modo di esprimersi anche per il nostro PDV; se invece siamo rozzi, volgari e l’unico modo che abbiamo di esprimerci è ruttando, allora è lecito aspettarsi lo stesso anche dai nostri personaggi. Ma questo sarà argomento per un codice del pirata futuro.
Il contesto è tutto. Tienilo a mente. Ragionaci. Applicalo.
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