(Recensione) SAGA DI CLAUDIO E VERGY – Il Sangue Non Basta

Sopravvissuto agli eventi dell’Emergenza, durante la quale i morti sono riemersi dalle loro tombe per cibarsi dei vivi, Oprandi scopre che la città che si era lasciato alle spalle non è più quella di un tempo, tra condizioni climatiche impossibili e un tessuto sociale compromesso dove regna la legge del più forte. Senza più un posto dove andare, ma con il bisogno bruciante di dare ancora un senso alla sua vita, Oprandi accetta di fare squadra con due uomini che proprio come lui si sforzano di sopravvivere mentre cercano di rendere il mondo un posto migliore: Claudio e Vergy. Tra inediti alleati e vecchie conoscenze, il trio appena formato affronterà nuovi pericoli, in una discesa nel sangue e nella pazzia che niente ha a che vedere con quanto l’uccisore di zombie abbia mai affrontato finora…

Per la nuova recensione dedicata ai due sventurati antieroi di Claudio Vergnani io in realtà avevo pianificato un altro libro. Avevo in mente di seguire una certa cronologia basata un po’ sugli indizi suggeriti dallo stesso autore, e un po’ sull’ordine delle pubblicazioni di ogni singolo libro, ma la verità è che dopo la Trilogia dei Vampiri le singole storie non hanno una collocazione temporale ben distinta, e se escludiamo Per Ironia Della Morte, che si colloca anni prima degli eventi de il 18° Vampiro, ognuno può scegliere bene o male l’ordine di lettura che preferisce.

Semmai, tenete presente che per affrontare le opere di Vergnani, è importante avere letto almeno la trilogia vampirica, perché l’immaginario, i personaggi e i rapporti che li legano vengono attinti per la maggior parte da quella fonte.

Con queste premesse, iniziamo a parlare del nuovo romanzo dell’autore modenese, Il Sangue Non Basta, uscito da poche settimane con l’etichetta Nero Press edizioni e che fa da ponte di collegamento tra la saga di Claudio e Vergy e un’altra opera di stampo horror, pubblicata dallo stesso editore. Lo avrete già capito: sto parlando di I Vivi, i Morti…e gli altri (che consiglio caldamente di recuperare).

Preparatevi dunque a ritrovare Oprandi, che dopo aver trascorso un paio d’anni come eremita, decide di tornare in città salvo poi scoprire che niente è come lo ha lasciato e che non c’è più posto per lui tra la gente comune. Vergnani, come ormai saprete, si serve spesso della tematica della depressione e della disillusione dalla vita per delineare i tratti psicologici dei suoi personaggi, e infatti qualunque lettore un minimo attento noterà più di un parallelismo tra l’uccisore di zombie Oprandi e l’ex cacciatore di vampiri Claudio (non a caso entrambi narrano le rispettive vicende in Prima Persona).

La prima cosa che mi sono chiesto quando ho saputo di questo ambizioso crossover (non prima di avere strillato per l’emozione come una fangirl), era se l’autore sarebbe riuscito nell’impresa di distinguere tra le due voci Narranti. In casi come questi, infatti, è quanto mai indispensabile conferire a tutti dei tratti peculiari, in modo che il lettore sia in grado di riconoscere a colpo d’occhio una voce dall’altra. Nel caso di Claudio e Vergy quella distinzione è evidente, e persino i comprimari godono di un tono, di un linguaggio e di una recitazione caratteristici. Lo stesso purtroppo non si può dire per Oprandi. Ci sono delle differenze tra i due, Claudio va avanti a suon di pastiglie e quando non è in missione dorme, la sua è la voce di un uomo a cui importa solo di campare un giorno in più; Oprandi è sfuggito all’inferno, ma le sue imprese non sono niente in confronto ai trascorsi dello storico duo. Il problema è che quando uno dei due Punti di Vista viene promosso a Narratore, l’altro viene lasciato in secondo piano, perdendo tutto il suo carisma e l’intraprendenza che dovrebbe essere innata a entrambi i personaggi (cosa che invece non succede a Vergy, che rimane sempre in primo piano, sempre pronto a dire la sua e in breve, sempre attivo). Non ci sono, per esempio delle scene in cui Oprandi e Claudio interagiscono per davvero tra loro, in modo da farci apprezzare le loro sfaccettature, invece ci dobbiamo accontentare di brevi scambi di dialoghi. Ma è chiaro che l’autore abbia conferito a entrambi talmente tanto di sé da rendere impossibile ai suoi protagonisti di “esistere” lontani dal loro ruolo di voci narranti.

Questo ci conduce al secondo problema di questo crossover. Se le premesse dal prologo sono molto intriganti, e ben due dei quattro atti (più epilogo) sono narrati da Oprandi, cosa che può farci credere di essere dinanzi a un sequel diretto di I Vivi, I Morti… e gli Altri, la trama è invece molto più simile alle tipiche avventure degli ex-cacciatori di vampiri, con anzi uno sviluppo che è persino più debole che in passato. Non c’è un vero e proprio arco, con un inizio, uno svolgimento e la fine. Solo una serie di incarichi che il gruppo viene spinto a portare a termine per inerzia a causa dal loro spirito d’intraprendenza (ormai degenerato a livelli patologici), e in questo andirivieni il ruolo di Oprandi finisce per ridursi a quello di gregario, dando l’impressione che la sua presenza non sia così determinante, e che anzi alla fine del libro se ne andrà dando loro il ben servito.

Intendiamoci: è pur sempre un romanzo di Claudio Vergnani, quindi si soffre come dei randagi quando è il momento di soffrire e si ride come dei macachi durante i numerosi siparietti comici, facendo sì che le pagine volino in fretta. Lo stile di scrittura è persino migliorato e, al netto di qualche sbavatura, molto vicino allo stile della Scrittura Immersiva che tanto piace a noi. Il problema è la mancanza di idee, che invoca a gran voce una nuova saga, qualcosa che aggiorni la formula e faccia uscire questi magnifici personaggi dal limbo in cui si sono ingabbiati. Se i tempi dei vampiri e degli zombie sono finiti per davvero, è arrivato il momento di una novità, una nuova grande minaccia che li sconvolga nel profondo costringendoli a evolversi.

La speranza è che il successo del libro spinga l’autore a continuare a scrivere, e che i consigli che gli sto dando non vengano accantonati a favori di una formula ritenuta vincente solo perché trita e ritrita.

LINK AL LIBRO: Il Sangue Non Basta

LIBRI PRECEDENTI:


IDEE: Personaggi storici sempre in forma, ma poche novità. Gli eventi raccontati nell’atto finale sono i più interessanti e avrebbero dovuto sorreggere l’intera trama. Oprandi viene accantonato man mano che le pagine scorrono e finisce per diventare un elemento di secondo piano.

STILE: Una scrittura molto più evocativa rispetto al passato e saggiamente alleggerita dai dettagli superflui. Purtroppo il quarto atto è narrato in Terza Persona, e questo penalizza un po’ l’immersione.

INTRECCIO: La trama è purtroppo debole e manca di una crescita interiore per i personaggi. Solo Oprandi ha un accenno di progressione, che viene però oscurato dall’alternanza dei Punti di Vista. Alla fine del libro siamo lasciati con la curiosità di sapere che ne sarà di lui.

VOTO SOGGETTIVO: Malgrado tutti i problemi che vi ho elencato, è stata una lettura che mi ha coinvolto dall’inizio alla fine e che mi ha anche regalato delle ore di autentico divertimento. Quindi mi sento di consigliarvelo, anche se con qualche riserva.

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