
Andy Woodcrown è un ragazzo con gravi ansie sociali, sta cercando di smettere con gli psicofarmaci e i suoi unici amici sono il bassotto Woody e la voce alla radio del suo ex-capo Blake. Fuori dalla sicurezza delle quattro mura domestiche, un morbo misterioso ha decimato l’umanità e trasformato le vittime in zombie. Può andare peggio di così? Certo, se una delle poche cose che ti tengono a galla è il caffè e guarda caso è appena finito. Andy, per nulla entusiasta, decide che è arrivato il momento di lasciare il nido e andare alla ricerca di un nuovo rifugio, magari uno con delle persone, e se c’è una cosa che i film di zombie insegnano da anni è che il centro commerciale è il primo luogo da controllare. Ma che tipo di persone sono i sopravvissuti, e quali compromessi deve accettare uno come Andy, che ha fatto del non uccidere gli zombie una regola di vita? C’è spazio, in questo nuovo mondo, per uno Zombie Friendly?

E torniamo a parlare di zombie, un genere che, proprio come i vampiri, i licantropi e le case stregate, ha saturato la narrativa di genere horror. Diciamo le cose come stanno: al momento scegliere di trattare uno di questi temi è più rischioso che uscire dalla comfort zone con qualche nuova idea. Gli spunti migliori sono stati già usati (l’originale Dawn of The Dead, per esempio, tratta l’argomento meglio di centinaia di altri zombie-movie usciti gli anni seguenti) e solo in casi molto rari si riesce a innovare per davvero la formula. E considerato che “l’Idea” non rende automaticamente “buona” la storia, quello su cui l’autore può fare affidamento è soltanto la competenza.
Sul blog ho già recensito romanzi a tema morti viventi, e tutti avevano qualcosa che li ha elevati sulla massa. Vi ho parlato di Sangue del Mio Sangue, che aveva un’idea di fondo fantastica; I Vivi, i Morti… e gli altri, che faceva leva su caratterizzazioni brillantissime; Sine Requiem – Sopravvissuti, il più recente e il più drammatico di tutti.
Nel caso di Zombie Friendly di Giulia Reverberi (in arte Giulia Bifrost) il punto di forza è la passione. Sono venuto a sapere del suo progetto sui social e subito mi ha colpito l’enorme impegno di questa esordiente auto-prodotta, che ha fatto un lavoro a dir poco eccezionale per lanciare la sua opera. E per esperienza, so che quando un autore investe tante risorse e dimostra di credere nel suo lavoro, la possibilità che l’opera spicchi si fa immediatamente concreta.
La domanda a questo punto è: lo fa per davvero?
Beh, ‘sta volta devo andare al rovescio, e parlarvi innanzitutto del problema principale del libro, che è poi quello che mi sono trovato a notare mentre leggevo. Zombie Friendly si suddivide in due macro fasi, caratterizzate da una prima parte in cui Andy e il suo cagnolino sono praticamente soli, e una seconda in cui entrano in campo altri personaggi. L’autrice dà prova di conoscere molto bene il suo stile e il contesto della storia, scegliendo come Voce Narrante la Prima Persona di Andy, a beneficio dell’immersione e del coinvolgimento del lettore. Ciò che invece manca è l’azione: non succede granché in questa prima parte (tranne in un preciso e ansiogeno punto), e per rimediare, Giulia ci introduce all’introspezione e alle elucubrazioni di Andy. Lo fa con uno stile molto ricco e conferendo al suo protagonista un carisma degno dei personaggi di Vergnani (la malinconia unita all’intelligenza di Andy non sfigurerebbero nei romanzi dell’autore modenese), ma a parte questo non rimane davvero molto. L’idea stessa di partire per recarsi al centro commerciale è una soluzione che richiama il cult di G.A.Romero, ma che in definitiva suona troppo di già visto e che riduce tutto a una vicenda sui generis, anche se molto ben scritta e con delle strizzate d’occhio alla sotto-cultura nerd, con la dose giusta d’ironia per non appesantire il tutto.
Solo che a un certo punto Andy raggiunge il centro commerciale, e la storia si trasforma. Giulia (che probabilmente non vedeva l’ora di portarci a questo) dà prova di una grandissima capacità di world-building introducendoci all’interno di una società di sopravvissuti molto complessa e piena di oscuri segreti che spetterà al protagonista (e a noi) svelare. Qui vengono introdotti i nuovi personaggi che accompagneranno Andy durante il resto della storia e si cominceranno a intrecciare i fili di una vicenda che si preannuncia davvero intrigante. Sì, perché il finale aperto suggerisce che di cose da raccontare ce ne sono ancora molte.
La seconda parte di Zombie Friendly ha un ritmo migliore, idee migliori, dialoghi migliori e più conflitto. Si capisce che i problemi riscontrati fino a quel momento non sono da imputarsi alle doti tecniche dell’autrice, ma ai limiti auto-imposti dal voler scrivere la storia in questo modo. Forse dedicare meno spazio alla solitudine di Andy, in favore del suo soggiorno al centro commerciale, avrebbe giovato al ritmo (lento nella prima parte, un po’ troppo veloce nella seconda). A questo punto non ci rimane che aspettare per scoprire come si svilupperà nei prossimi capitoli.
MENZIONE A PARTE: Oltre alle edizioni cartacee ed ebook, sui suoi social Giulia aveva reso disponibile l’acquisto di alcuni gadget che rendono la lettura simile all’esperienza di un romanzo ergodico. Nel momento in cui lo scrivo, non so se sono ancora disponibili (o se lo saranno in futuro), ma è un’altra prova a favore dell’impegno che ha profuso in questo progetto.
LINK AL LIBRO: Zombie Friendly
IDEE: Una prima parte che funziona bene per i piccoli dettagli, ma che aggiunge poco al genere. La seconda parte, invece, stupisce per la complessità del “governo” messo in piedi dai superstiti del centro commerciale. In queste due cornici si muovo personaggi ben caratterizzati e facilmente distinguibili, salvo per una manciata di eccezioni che si chiariscono in fretta.

STILE: Molto curato e ricco di trovate, scorrevole e coinvolgente anche per merito di una Prima Persona gestita correttamente. Non arriva ai livelli a cui ci ha abituato la Scrittura Immersiva, ma fa del suo meglio e lo fa anche bene.

INTRECCIO: La prima parte evita l’effetto noia solo grazie alla padronanza stilistica dell’autrice e al carisma di Andy, ma è lenta nel ritmo e si prende i suoi tempi per progredire. La seconda, invece, soffre un po’ della fretta di concludere, lasciandoci in sospeso con il finale.

VOTO SOGGETTIVO: Un altro romanzo che sono lieto di avere scoperto e che mi ripaga dello sforzo di promuovere gli autori del fantastico italiano. Se siete dei nerd non vi fate mai mancare le letture a tema zombie, questo libro è fatto apposta per voi.

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